Giornale del laboratorio di lettura e scrittura creativa del CTP Diego Valeri

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CTP Valeri XI° Ist. Comprensivo Vivaldi di Padova



CTRP: "La Meridiana" "Granze" "La Lanterna"







domenica 16 maggio 2010

Letture, film e riflessioni...

Cosa ho fatto del mio gioiello? Il mio gioiello preferito è il mio scooter. lo considero tale prima di tutto perché mi permette di muovermi in perfetta autonomia, (si risparmia anche parecchio rispetto all’autobus). E’ degno del termine gioiello perché non ha nemmeno un segno sulla carrozzeria e anche come motore è praticamente nuovo. Questo gioiello ora è custodito gelosamente in garage, ma non solo per una questione di chilometraggio o naturalmente di “riposo” dovuto all’arrivo della stagione invernale, ma anche perché attualmente non ho i soldi necessari (quelli della mia pensione) per pagare la revisione che ormai è obbligatoria se si vuole circolare su strada in perfetta efficienza.
Federico

Il giro dei novantanove: credo che nella vita senz’altro valgano i soldi, anzi credo che ci siano indispensabili, per comperare il cibo, vestirsi, ecc., ma la vera serenità ci viene dal di dentro, dal saper apprezzare quello che ci circonda; gli amici,i familiari. Guardarsi intorno e vedere il mondo con la sua natura meravigliosa, che nel cambiamento delle stagioni colora di verde, di tanti colori, e il rinnovarsi continuo di tutto ciò.
Marina

Se devo essere sincero mi sono sentito e mi sento ancora una ‘povera pecora,come quelle del racconto che abbiamo letto, perché all’età di trent’anni non sono ancora riuscito a trovare una certa indipendenza rispetto alla mia famiglia.
Si può dire che sono ancora attaccato per metà con il cordone ombelicale, non riesco ancora a pensare ed ad agire come un mio coetaneo, e questo è assai preoccupante. Spero che questo percorso comunitario riesca a sbloccarmi una volta per tutte e come quelle pecore del racconto riesca una volta per tutte a catapultarmi nel mondo esterno, quello fatto anche di lupi ma spero non di fame e sete.
Federico

Tutti noi possediamo un gioiello o più gioielli; possono essere l’intelligenza, un buon carattere, tutte quelle cose che ci rendono particolari e unici. Sta a noi guardarci dentro per capire qual è il nostro gioiello, la dote che abbiamo. Credo che Dio distribuisca a tutti “questi gioielli”, ma sta a noi coltivarli e renderli ancora più preziosi.
Marina

Cosa ho fatto del mio gioiello? Quando ero piccola mi piaceva avere tante collane ma la differenza era che non erano collane vere, ma per me erano collane molto belle.
Io amavo molto le mie collane perché ero una bambina molto ambiziosa ma io amavo anche molto la magia e ci credevo anche perché ogni collana per me aveva un potere diverso anche se tutte erano belle e diverse l’una dall’altra.
Ero molto piccola e per me quel mondo magico delle collane e della magia era una difesa dal mondo reale anche per me la realtà era troppo nuda e cruda da affrontare e per me la magia era la difesa dalla realtà.
Un giorno ero insieme ai miei genitori ed amici quando trovai un ciondolo rotondo, naturalmente era finto ma aveva la forma sferica,lo trovai un giorno per terra , mi piaceva e lo raccolsi
era strano ed aveva delle figure di stile egizio, per me quel ciondolo mi portava fortuna.
Monica

Perla nella rete ,tesoro nascosto è l’anima.
dove ho messo il mio gioiello?
mi e’ sfuggito dal petto,
cantando,mi ha sfiorato le labbra e se n’e’ andato…
qualcuno l’ha rapito per segregarlo in luoghi bui
dove nessuno è padrone ed urla nascosta la noia
un buco nel petto al posto del cuore,
soli neri gli occhi,
la bocca una tetra grata metallica…
così il corpo senz’anima;
resta la memoria
orfana ingrata.
come un diamante se tu ,cara
fredda trasparente, preziosa;
come una rosa
di vetro fino
nelle mani di un assassino.
non credo che il mondo
sia solo un sasso tondo.
preghiera
signore che vedi il cielo e la terra
restituiscimi il mio diamante
prima che cada l’ombra
sul mio volto
dimmi chi l’ha rubato
e lo rincorrerò
dimmi chi l’ha sepolto
e scaverò la terra
prima che cada l’ombra sui miei occhi
portami
in deserti lontani
se esso è là
fammi varcare le porte
del sogno,
anche fosse un incubo
io ritornerei.
Selene

Questa favola, scritta da L. da Vinci, mi piace perché la protagonista(una farfalla) mi fa tenerezza, essa voleva vedere il sole e invece finì per vedere le stelle del firmamento bruciandosi sul fuoco di una candela apparentemente innocua. Forse era una farfalla stupida o solamente ingenua, comunque lo scottarsi nella vita soprattutto quando si è giovani è un fatto molto frequente in tutti i campi dell’esperienza che implichino un qualche tipo di rischio evidente o solamente sospetto. La farfalla “brusà” mi ricorda le migliaia di farfalle che muoiono a causa delle scariche elettriche degli apparecchi acchiappa zanzare e simili che gli uomini mettono all’aperto per evitare fastidiose presenze animali. Non amo vedere gli animali soffrire, desidero invece un reciproco rispetto. comunque sbagliando s’ impara…
Roberto

Quando ero più piccola ricordo che ho sempre visto da mio nonno tanti libri ed anche in casa ce ne erano tanti e mi chiedevo a cosa servissero…diventando più grande crescevo con l’idea che leggere fosse importante fino a capire tramite i miei che quello dell’apprendere era la vera ricchezza.
Una volta ho accompagnato a salutare la sua famiglia una persona non vedente.
non ci guadagnavo nulla ma era un’amica di famiglia ed io lo feci un po’ di fatica ma col cuore.
Francesca

A volte capita, anche nel mio caso, di non dare valore alle cose che possediamo già o al tipo di vita che conduciamo. In particolare a me è capitato di passare un periodo in cui spendevo tutto il mio stipendio per comprarmi cd e libri e così a fine mese non avevo più i soldi per pagarmi le bollette di casa. La chiamo ingordigia e soprattutto mi rendo conto di avere sperperato denaro senza dare alcun valore al denaro stesso. Lo dico perché nel periodo storico in ci viviamo il denaro ha un potere di acquisto molto basso, così è successo che il contratto mi è scaduto e non mi è stato rinnovato; non solo, sono disoccupata da un anno e mi sono dovuta accontentare di fare un lavoro difficile molto stressante per pochissimi euro all’ora. Ho capito l’importanza e il valore che non solo il denaro dà alle cose ma alla vita stessa. Tutto ciò che possediamo lo guadagniamo con fatica e sudore ed è giusto per questo portare valore in proporzione anche a tutto il resto che ci circonda: casa, affetti, quotidianità.
Gianna

A volte desiderare senza misura qualcosa o qualcuno può essere classificato come problema psicologico. Desiderare non è uno sbaglio e tanto meno una malattia se non ci danneggia o non danneggia il nostro prossimo o noi stessi. L’oggetto del desiderio come dice Leopardi ci rende felici fino a quando non comincia la festa. tutto si affievolisce con il finire della festa (il sabato del villaggio). Io penso che il desiderio è ciò che ci tiene in vita, cioè siamo stati creati per
desiderare e non per fare “una perenne siesta”!
La storia del paggio mi fa capire che devo stare attento a non esagerare nello spendere il denaro, ma piuttosto devo cercare anche di risparmiarlo per eventuali future necessità, e credo anche che alla fine la gioia di una giornata come dio comanda vale più di cento monete d’oro per garantire un futuro di riposo o meglio di ozio.
Roberto

In questa favola di Esopo, dopo un naufragio un ricco ateniese si mette ad invocare Atena invece di nuotare; anch’io facevo così aspettando l’intervento divino nel quotidiano, tanto ho aspettato che mi sono ritrovato poi a piangere sui miei errori, d’altra parte mi davo da fare con i passatempi e gli svaghi ma poi per le cose importanti non ne volevo sapere. Sono sicuro che il Padreterno mi incentivava a prendere posizione per quelle cose che per me erano importanti ma io sempre aspettavo l’intervento degli altri standoci poi male e sentendomi frustrato. Oggi per le mie cose importanti prendo posizione ma non bisogna nemmeno prendersela troppo, insomma il giusto mezzo.
Mattia

La storia che abbiamo letto, “Povere pecore” tratta del rapporto schiavo padrone, che può applicarsi anche in famiglia, cosa fa il servo senza padrone, ma cosa fa il padrone senza servo? fortunatamente in famiglia il rapporto con i miei genitori è andato assestandosi nel tempo, prima mi trattavano da bambino adesso mi lasciano il mio spazio e mi rispettano da quasi adulto. con mia madre le cose vanno bene nel senso che io a trentaquattro anni non ho più bisogno di fare la pecora nera e di scappare e così dopo anni di vissuto da pecora posso godermi la mia famiglia e partecipare alla vita familiare.
Mattia

Capita spesso nella vita di sentirsi pecore per non avere il coraggio delle proprie azioni o delle proprie scelte, soprattutto quando si è giovani e senza esperienza. La famiglia ha il compito di proteggerci dagli errori che facciamo se in questa nostra ricerca ci capita di cadere e non sappiamo più come rialzarci. E’ vero quindi che bisogna stare attenti ai pericoli che ci sono nel mondo che ci circonda, ma è anche vero che per scoprire la propria strada è necessario avere la forza e il carattere per affrontare le difficoltà e andare avanti.
Abbiamo anche visto un film che si intitola “Gran Torino”, nel quale un giovane asiatico Tao è considerato dalla famiglia del cugino una pecora ,una femminuccia, perché non vuole stare alle regole del branco della banda che va in giro in macchina senza fare niente tutto il giorno, ma gli interessa di più il giardinaggio. Viene pestato più volte e alla fine con l’aiuto di un vecchio vicino di casa riesce a spuntarla. La banda viene messa allo scoperto durante uno scontro a fuoco col vecchio vicino di casa e la polizia interviene. Cosa farà il ragazzino Tao senza la banda che lo disturba è molto evidente : starà meglio perché continuerà a fare il proprio lavoro. Meno evidente è cosa faranno i parenti messi in carcere senza Tao e la loro famiglia. Le pecore servono a chi ha potere per avere il controllo delle persone e delle cose. Se non esistessero i padroni non esisterebbero nemmeno le pecore e viceversa, basta pensare ai mass media in generale. Si potrebbero fare altri esempi sia per la famiglia, sia per la politica, sia per altre situazioni. A volte essere pecore non è così negativo come si pensa.
Gianna

Valorizzare le risorse: dalla lettura della storia sulle risorse che ciascuno ha, si può vedere come una persona può vivere serena finché non desidera più di quello che ha, altrimenti cade nell’egoismo e può perdere il sorriso.
A volte vorremmo di più di quanto abbiamo, e per raggiungere quel più che la società ci spinge a
raggiungere come se così facendo crescessimo anche come persone, ma ci ritroviamo ad esser tristi e demotivati incapaci di godere di ciò che si ha e di come si è.
Francesca

Abbiamo letto una storia che parla di un vecchio proverbio e cioè “non è tutto oro quello che luccica”. Mi è capitato varie volte di essere attratta da pubblicità in televisione di prodotti di bellezza e benessere molto costosi e che promettevano di dare dei risultati notevoli in breve tempo. Così mi sono tuffata nell’acquisto di questi prodotti ma senza ottenere il risultato promesso.
Così pure mi è capitato una volta di ricevere la visita “porta a porta” di un venditore- promotore di corsi di computer che costava vari milioni e volevo comprare tutto il “pacchetto” dell’offerta,ma per fortuna mia mamma si è opposta e così non l’ho acquistato. Un’altra volta invece sono stata fermata per strada da un ragazzo che vendeva una macchina per rassodare i muscoli e costava circa un milione; dato che avevo lavorato molto e avevo risparmiato dei soldi , l’ho comprata e poi nel corso degli anni l’ho utilizzata poco.
Gianna

Il boscaiolo del racconto che abbiamo letto, ha un obiettivo, quello di abbattere più alberi rispetto al suo record del primo giorno, e usa uno strumento, l’ascia. Trascurando completamente lo stato degli strumenti il risultato peggiora di giorno in giorno; il boscaiolo fa uso unicamente della sua forza fisica, che cerca di calibrare al meglio ma non ha tempo per la riflessione ed infatti l’intervento del caporeparto è illuminante. Questo breve racconto può essere uno spunto per la vita di ciascuno di noi; sottolinea l’importanza del pensiero e del metodo di lavoro per raggiungere i propri obiettivi e della collaborazione fra le varie persone. Nella mia vita spesso sono prevalse la testardaggine, la solitudine e poi è sopraggiunta anche la mancanza della salute in nome del raggiungimento di certi risultati; non ascoltavo nessuno e nemmeno la voce della mia coscienza perché erano più forti altri doveri. spesso non mi mancava nemmeno il tempo di riflettere ma ero troppo imprigionata da alcune idee. E’ interessante anche il rapporto fra i due soggetti, il boscaiolo ed il caporeparto. il boscaiolo cerca l’approvazione del caporeparto. Tutti siamo in cerca dell’amore degli altri ma spesso manchiamo l’obiettivo perché il metodo è sbagliato e siamo poco aperti ai suggerimenti esterni. Certe caratteristiche rientrano talmente nella nostra personalità che è davvero difficile separarsene ma alcune filosofie come tante guide spirituali di cui l’uomo ha bisogno proprio per il raggiungimento dell’autonomia ed infine dei suoi reali obiettivi, rappresentate in questa storia dal caporeparto, indicano che bisogna abbandonare e dimenticare sè stessi e tutte le proprie capacità per affinare ed elevare il proprio spirito, insomma affilare la propria ascia per poi riuscire ad abbattere più alberi se questa è davvero la nostra volontà o comunque avere la libertà di scegliere. Questo è quello che sento di stare combattendo in questo periodo della mia vita.
Emanuela

Quand’è che ho perso fiducia in me stessa? Nel mio passato trovo coraggio, entusiasmo, risultati nello studio e nel lavoro…quand’è che mi sono accorta che la mia ascia non era più affilata?
Certo che da allora sono completamente diversa: sembra quasi che l’abbia persa per strada la mia ascia e le cose più elementari, che prima non mi richiedevano nessuna fatica, adesso sono oggetto di stupide paure e devo riaffilare spessissimo strumenti che in passato richiedevano pochissima manutenzione.
Mi sono venute strane paure: il lavoro, il computer; parole come: tristezza, ansia , angoscia, depressione diventano di uso quotidiano.
Per il momento sono impegnata all’affilatura e non so cosa sarà della mia ascia.
Michela

Tutti noi abbiamo bisogno di recinti,sia mentali che fisici, non di padroni ma di solidarietà, non bastonate ma condivisione; diamo i frutti che un “allevamento” di menti tenta di dare, ma nel contempo abbiamo bisogno di libertà…. di idee, di movimento, di vita.
Se un giorno arrivasse la pecora nera e mi istigasse a guardarmi dentro, convincendomi che l’insegnamento del pastore non è buono per me, forse costruirei l’ennesimo recinto per ripararmi dalla pecora nera, o forse sfonderei quello del pastore per liberarmi di lui e della sua schiavitù scegliendo libertà e ignoto come fonte di vita e di saggezza.
Datemi martello, chiodi e assi; da solo costruirò il recinto partorito dalla mia mente, spazioso quanto basta, luminoso quanto serve.
Fabio

Nella mia vita ho spesso agito senza prima valutare se ero in grado di sostenere certe situazioni , arrivando dunque a fallire. Come il boscaiolo volenteroso ma avventato so che nel mio caso devo prima rafforzare certi strumenti che mi serviranno ad affrontare il mio percorso senza ulteriori fallimenti. Nel mio caso lo strumento da affilare è la pazienza .
Rosy

Tempo al tempo: oggi sono stato in questura per ritirare alcuni permessi, ho incontrato un nonno vigile mi ha fermato, la prima cosa che mi ha detto “come steto?” io all’inizio non connettevo ma poi gli ho sussurrato nell’orecchio dicendo “secondo reparto psichiatrico” e ci siamo messi ha ridere. Poi la giornata continua sono in classe dal prof. Caberlon stiamo leggendo una piccola storia che parla di un boscaiolo che doveva abbattere alcuni alberi. Lui con molta forza abbatteva molti alberi il primo giorno, il secondo giorno faticava e non si preoccupò minimamente di limare l’ascia, il giorno seguente non aveva più forza. Io per quello che ho capito è che bisognerebbe sempre andare adagio in tutti i lavori e nella vita quotidiana, e dare importanza alle pause sia per noi e per gli altri. volevo finire con l’inizio della mia giornata, che con il tempo riesci a ritrovare anche vecchi amici.
Alberto

L’uomo che piantava gli alberi è una storia che mi è piaciuta tanto, in quanto il
personaggio principale trovandosi nel bel mezzo di un freddo glaciale ed una terribile
guerra , è riuscito,con temperanza a piantare dei semi in modo che crescessero forti alberi. Nonostante le cattive condizioni , il protagonista vuole lasciare qualcosa che un giorno farà dei frutti.
Patrizia

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